La nostra chiesa attuale è stata costruita durante la direzione di Don Rubino, tra il 1909 ed il 1912 come riferimento all’oratorio da un decennio attivo in città e come santuario per la popolazione, dedicata a Maria Ausiliatrice.
L’espansione della città ed il consolidamento dell’oratorio hanno sollecitato l’affidamento di questo territorio, in sviluppo tra S.Giacomo e Servola, alla cura pastorale dei salesiani nel 1943 il 15 ottobre in pieno dramma conflittuale per la seconda guerra mondiale – la parrocchia prende il nome di San Giovanni Bosco – sembrava allora e anche oggi rispondere ai requisiti per un servizio secondo il carisma salesiano.
Infatti, oltre alla comunità salesiana venne subito richiesta la presenza delle figlie di Maria Ausiliatrice per completare il volto e cura pastorale ed oratoriana. Inoltre la povertà del rione in espansione e l’aumento notevole di presenza giovanile, con tutti i rischi che questa forte società doveva affrontare, dal dopo guerra ha consolidato l’espandersi delle opportunità per i giovani, soprattutto nel tempo libero, nell’educazione, nell’accompagnamento alla maturazione. Queste caratteristiche rimangono tuttora anche se i notevoli cambiamenti sociali e religiosi confrontano risposte nuove e di più incisive.
Resta ed è una parrocchia in ambiente popolare e giovanile con continui nuovi insediamenti anche se una notevole presenza di anziani e poveri coinvolge forze e persone.
La parrocchia è affidata ai salesiani e si caratterizza per le scelte che pone con chiarezza di riferimenti ideali sia alla chiesa locale che alle costituzioni salesiane. Si caratterizza perché:
La presenza dell’Oratorio rende possibile esprimere e vivere la spiritualità giovanile salesiana. Di conseguenza la comunità religiosa trasmette il proprio carisma a partire dai giovani a tutta la comunità arrivando alle famiglie e tenendo in preziosa attenzione le realtà più a rischio dal punto di vista umano, sociale e religioso.
Ovvio che la catechesi, a partire dalle classi elementari con l’animazione educativa, diventi la preoccupazione costante che arriva alle liturgie domenicali e alle attenzioni concrete di carità. Di fatto alla catechesi segue l’animazione dei gruppi giovanili, i corsi per fidanzati, gli incontri per le famiglie (coinvolte a supportare la catechesi dei loro ragazzi) alla formazione degli adulti.
Pur rispettando le norme liturgico-sacramentali, si ricerca continuamente la partecipazione ed il coinvolgimento sia dei più giovani che degli adulti con il canto, la preparazione dei lettori e dei commenti, dei vari momenti celebrativi.
L’intento è quello di proporre un’espressione di fede ricca ed adeguata alla realtà comunitaria. Tuttavia si riscontra da una parte la privatizzazione (la mia messa, del mio defunto) dall’altra i particolarismi (messa di gruppo, dell'associazione, …) che ovviamente si cerca di superare.
Molte realtà di gruppi ed associazioni presenti in parrocchia si integrano anzi arricchiscono con il loro apporto la partecipazione comunitaria. Notevolmente è cresciuta la sensibilità caritativa concreta della comunità, ne sono una risposta.